Qualche tempo fa, un giovane uomo di 28 anni, che chiameremo convenzionalmente Marco, mi espose la sua storia di vita.
Marco si era scoperto omosessuale all’età di 15 anni; sognava per la sua vita futura una famiglia, una vita “normale” e, sotto le spinte dei genitori con cui non si era mai aperto, a 23 anni decise di sposarsi con una ragazza benestante molto apprezzata dai suoi familiari.
Durante i primi 2 anni del suo matrimonio aveva cercato di reprimere quelli che chiamava i suoi “istinti bestiali”. Con il passare del tempo, però, non ce la fece più e cominciò a vivere una doppia vita.
Frequentava luoghi in cui consumava occasionali rapporti con uomini, sempre più maturi di lui, e la sera tornava a casa dalla moglie sperando che si trattasse solo di un periodo temporaneo. Ma il tempo passava e i suoi incontri clandestini, invece che diminuire, erano sempre più frequenti.
Quando Marco mi raccontò la sua storia sperava che io potessi dargli una risposta che fosse quella giusta, che fosse la “verità”… che gli indicasse, con assoluta certezza, quale fosse la strada da seguire per porre fine alle sue sofferenze psicologiche. Era tormentato dal senso di colpa ma non riusciva a immaginare una vita sessuale appagante senza i suoi incontri clandestini.
Marco voleva una risposta da me.
La mia risposta, che diede il via a un fantastico percorso di conoscenza, fu, più o meno, la seguente: “io non ho una bacchetta magica e non ho nessuna verità da offrirle che sia quella assoluta. Credo che lei abbia fondamentalmente due opportunità: può scegliere di non essere felice o scegliere di essere felice. La sua felicità è, però, qualcosa che riguarda solo lei, nessuno può indicarle quale strada scegliere per raggiungerla.”
Oggi Marco è un uomo felice.
La stessa situazione descritta è quella che vivo io. Ho 37 anni e vivo in un piccolo paese ma lavoro in una grande città. Mi è facile vivere una doppia vita ma i sensi di colpa mi rodono l'anima. Come è possibile essere felici? Qual'è stata la scelta di Marco?
RispondiEliminaGrazie. Anonimo
Caro Anonimo,
RispondiEliminase ha letto la mia sezione "teoria in pillole" avrà compreso che il mio modo di vedere ogni singolo individuo è nella sua unicità. Il mio approccio olistico alla persona è in contrasto con generalizzazioni da estendere a persone differenti; ognuno di noi ha un suo "stile di vita" (inteso qui come personalità nelle sue componenti emozionali, cognitive e comportamentali). Non credo quindi che sia utile raccontarle quale sia stata la scelta felice di colui che abbiamo chiamato convenzionalmente Marco. Mi chiede come possa essere felice? Credo che anche lei abbia una scelta felice nella rosa delle sue possibilità, anche se forse non l'ha ancora trovata. L'unico consiglio che mi sento di darle, senza però conoscere nulla della sua personale storia di vita, è di provare a cercare, se possibile, un appoggio emotivo nel suo contesto sociale di riferimento. Se vede questa possibilità come preclusa, credo potrebbe essere utile consultare un professionista della sua zona. Può trovare un elenco degli psicologi e psicoterapeuti sul sito dell'Ordine degli Psicologi della sua regione.
Se avesse bisogno di consigli più puntuali non esiti a contattarmi in privato comunicandomi qualche maggiore dettaglio relativo alla sua situazione.
Un cordiale saluto.
Dr. Roberto Callina