Nella puntata de "Le Iene" di ieri, 1 marzo 2012, Niccolò Torielli ha smascherato un sedicente mago di Pozzallo (RG) che sostiene di poter curare i gay.
L'importanza sociale di servizi di questo genere è, a mio parere, oltre a quella più evidente ed immediata di denunciare dubbi personaggi che esercitano abusivamente professioni sanitarie (il mago di Ragusa si presenta anche come psicologo) e perpetuano vere e proprie truffe, è quella di diffondere una cultura dell'omosessualità come condizione di normalità. Nel servizio è stato, infatti, più volte sottolineato che l'omosessualità non è una malattia e non va curata. Questo può sembrare banale ad alcuni di noi ma, spesso, il contesto familiare e/o sociale di riferimento offre un'immagine deformata di questa particolare realtà che impedisce al giovane omosessuale di completare un training individuativo che gli consenta di vivere con serenità la propria omosessualità; forse non è un caso se ancora oggi esistono mascalzoni come il mago del servizio che offrono le loro "prestazioni di cura" a persone che chiedono di essere guarite.
La televisione, il mezzo di comunicazione di massa senza dubbio più diffuso, seguito e, quindi, potente, può contribuire ad estirpare le false credenze che ancora esistono sull'omosessualità e a diffondere una vera e propria cultura della normalità. Purtroppo, invece, molto spesso la TV media un'immagine della persona omosessuale, gay o lesbica, al limite della caricatura. Ben vengano i servizi come questo che condannano invece i "nemici" della diversità in tutte le sue forme.
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